Dieci dita per l’arte, vietato non toccare

“Dieci dita per l’arte, vietato non toccare”…

Ufficialmente è una collettiva di pittura e scultura organizzata dall’Unione Italiana Ciechi e dal QuiArte di Quiliano presso il Palazzo della Provincia a Savona, un’esposizione da toccare, perché vuole essere visibile a tutti: vedenti, non vedenti e ipovedenti, ma soprattutto è un’occasione per vedere attraverso il tatto dipinti e sculture, è qualcosa che ti aiuta a pensare in maniera diversa.
Ogni quadro è corredato da una targhetta a caratteri grandi con titolo e spiegazione (in maniera che sia leggibile per gli ipovedenti) e con la stessa spiegazione in Braille (per sapere cos’è clicca qui)

 

La mostra è un invito ad aprire gli orizzonti.

Questo progetto che mi ha subito entusiasmata, sono felice che mi abbiano invitata a partecipare perché da una parte amo poter fare qualcosa per gli altri (e se posso farlo dipingendo direi che è super) dall’altra per me ha rappresentato una sfida.

Per questa esposizione ho realizzato la tela “La vita in un giorno” (quadro che vedete nella foto e che trovate nell’articolo del blog) un quadro su cui ho ragionato molto. 

Il mio primo problema era, cosa si riesce a vedere con le mani? Non lo so, realmente non lo so, ma non volevo dipingere il solito quadro, qualcosa di facile da fare per me o portare qualcosa già pronto.
Così ho preso una tela e creato una texture sul fondo, con le pagine di un libro (comprato usato e letto prima di utilizzarlo per il quadro) e della pasta acrilica screpolante.
L’orologio non funzionante di mio fratello era perfetto per la mia idea e così gli ho riservato uno spazio d’onore.
Si, bene, avevamo qualcosa da toccare, ma non mi sentivo a posto con la mia coscienza artistica, era abbastanza? No! Io volevo raccontare una storia e volevo farlo attraverso le immagini, non volevo dare una cosa qualunque da toccare!
Così ho dipinto a colori il fondo (a colori e con tanti mondi diversi) e ho disegnato due figure, una donna e una bambina, che leggono, ho evidenziato volutamente le pennellate sulle figure con una pasta a rilievo in maniera che si potessero seguire bene (o almeno lo spero) i contorni dei soggetti con le dita.
Poi ho aggiunto un olio essenziale alla lavanda, una piccola chicca!

Per me questo quadro rappresenta il tempo personale di ognuno di noi, un tempo incontrollabile (l’orologio), ma che possiamo espandere (l’orologio è rotto, le lancette le giriamo noi) leggendo, vivendo storie, ascoltando musica, dipingendo, respirando, ballando, vivendo con consapevolezza e amore!

Spero di aver trasmesso qualcosa, spero che sia arrivato qualcosa, anche solo un sorriso per l’orologio rotto ^^

Sarei curiosa di sapere come hanno interpretato i visitatori il mio quadro.
Voi cosa ne pensate?

PS: qua trovi l’album della mostra per intero

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